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Podcast episodio 8: E' possibile innamorarsi di un'incorporea AI?

Lo sviluppo di intelligenze artificiali in grado di generare conversazione attraverso il linguaggio o di generare contenuti sta rivoluzionando il nostro modo di vivere e forse di gestire anche i nostri affetti, come nel caso della pellicola del 2013 'Her' del visionario Spike Jonze



Durante un piovoso pomeriggio di inizio 2022, la ricercatrice in neuroscienze svedese Almira Osmanovic Thunsrtom decise di accedere al suo account di OpenIA, la nota azienda statunitense focalizzata sull’intelligenza artificiale, e spinta sopratutto dalla curiosità chiese all’algoritmo proprietario della società all’epoca giunto alla versione GPT-3, di scrivere una tesi accademica di 500 parole aggiungendo riferimenti scientifici e citazioni all’interno del testo.

Quando l’algoritmo iniziò a generare il testo, basato su alcuni elementi di input, la ricercatrice rimase di sasso. Non solo il software stava producendo un testo, diciamo sensato dal punto di vista del linguaggio, ma il contenuto oltre ad apparire originale era scritto con un linguaggio accademico, con riferimenti bibliografici e citazioni riportati correttamente all’interno dell’articolo.

Dopo questa prova, la ricercatrice e alcuni suoi colleghi hanno deciso di andare oltre, mettendo alla prova GPT-3 nella scrittura di una nuova tesi, ma questa volta incentrata su stessa. GPT-3 che parla di GPT-3, spaziando da elementi puramente tecnici fino ad affrontare temi di tipo etico e sociale che coinvolgono l’uso dell’Ai. Come conclusione dell’articolo che attualmente è pubblicato in preprint sulla piattaforma HAL in attesa della pubblicazione su una rivista, GPT-3 ha sentenziato: ‘Nel complesso, riteniamo che i vantaggi che GPT-3 scriva su stesso superino i rischi sebbene sia raccomandato un monitoraggio per mitigare ogni potenziale conseguenza negativa.


Questa introduzione al podcast di oggi, incentrato sull’intelligenza artificiale e ovviamente a come questo tema è stato sviluppato nel cinema prendendo come esempio un film, nasce dalla lettura di un articolo apparso nel mese di marzo nella rivista Le Scienze, e sinceramente mi ha colpito molto.


Conoscevo le potenzialità di questi nuovi algoritmi basati sull’apprendimento profondo, il cosiddetto deep learning, che rappresenta una delle più significative fonti di successo per l’intelligenza artificiale che, attraverso a quelle che in gergo sono dette reti neurali artificiali, sono in grado di analizzare in automatico dati – come immagini, audio, video o serie temporali – superando in molti casi le prestazioni umane. Ma devo altresì ammettere che la rapida evoluzione di questi nuovi software superano di molto le attese.

Ormai l’intelligenza artificiale fa parte del nostro quotidiano. Ogni processo, ogni tecnologia, ogni forma di comunicazione può contenere al loro interno elementi che si avvalgono di algoritmi di intelligenza artificiale.

Sentiamo questa specie di mantra HI-TECH decine di volte al giorno e quasi non ci facciamo nemmeno più caso. Grazie all’intelligenza artificiale ogni cosa adesso sembra essere più figa della precedente, anche se in tantissime situazioni non ne capiamo nemmeno il motivo.

La mia nuova automobile è dotata di intelligenza artificiale ed è in grado di modificare l’assetto sulla base delle proprie abitudini di guida. La nuova applicazione che ho scaricato per il mio cellulare è in grado di riconoscere piante e fiori attraverso un software basato sull’intelligenza artificiale. Etc, etc, etc.

Insomma, potremmo parlarne per ore ed ore dedicando molto più di una singola puntata di questo podcast.

Dedichiamoci o meglio limitiamo questo episodio all’intelligenza artificiale applicata ai processi del linguaggio, riprendendo le conclusioni emerse dall’esperimento dalla neuroscienziata svedese.


Ma non prima di aver riavvolto il nastro.


Solo recentemente la sigla GPT è entrata nell’informazione giornalistica e quindi diventata nota al grande pubblico. In realtà è una particolare applicazione chiamata chatGPT ad esser stata presa di mira dai mass-media per il fatto che il garante della privacy italiano ha bloccato chatGPT per la raccolta illecita dei dati personali e l’assenza di sistemi di verifica dell’età dei minori. Come era ovvio aspettarsi questa minchiata è durata poche settimane e adesso le applicazioni che girano su chatGPT sono utilizzabili pienamente anche nel nostro bel paese


ChatGPT è un’applicazione sviluppata dall’azienda OpenAI e si basa su algoritmi di intelligenza artificiale conversazionale per consentire alle macchine di comprendere e rispondere agli input del linguaggio naturale.

Un antico proverbio recita: "Per aiutare qualcuno, devi prima capire di cosa ha bisogno". La conversational AI traduce il linguaggio umano in modo che la macchina possa comprenderlo e lo abilita a rispondere in un modo simile a quello umano.

Per fare questo sono necessari diversi "passaggi" dietro le quinte

Il primo step prevede l'elaborazione del linguaggio naturale in gergo definito dagli acronimi NLP Natural Language Processing che ha il compito di correggere l'ortografia, identificare i sinonimi, interpretare la grammatica, e scomporre una richiesta in parole e frasi che rendano più facile la comprensione per l'agente virtuale. Successivamente subentrano una serie di modelli di machine learning, come i cosiddetti "natural language understanding" (NLU), che consentono all'intelligenza artificiale conversazionale di identificare l'intento corretto di una richiesta e di estrarre le informazioni più importanti.

Una volta che la richiesta è stata compresa correttamente, bisogna formulare una risposta all'utente. L'agente virtuale deve essere in grado di comunicare in modo personalizzato e la conversational AI, combinando le informazioni raccolte utilizzando l'NLU, può rispondere in modo appropriato e in una maniera più simile all'interazione con un essere umano che con una macchina.

Nel corso del tempo, man mano che l'agente virtuale risponde a più domande e man mano che i formatori AI aiutano a migliorare le sue conoscenze, l'IA conversazionale diventa più intelligente, apprendendo nuove variazioni per ogni intento e migliorando le sue risposte

Se GPT-3.5, lo stesso software di quello usato dalla nostra ricercatrice svedese, era un modello addestrato con oltre 175 miliardi di parametri, la nuova versione, GPT-4, è stata programmata con 500 volte questo numero portando a quasi 100.000 miliardi i parametri usati per addestrare il nuovo modello.

Nell’annuncio di GPT-4 hanno fatto notizia le nuove capacità non verbali del modello, capaci di analizzare immagini e sintetizzare contenuti multimediali. E dall’annuncio avvenuto oramai qualche tempo fa, si è passati alla completa disponibilità delle nuove funzioni

Sono decine le applicazioni in grado di generare, sulla base di pochi e semplici input, un’immagine o un video. Parlando in qualità di creatore di contenuti video, devo ammettere che mi sono imbattuto in queste applicazioni e,OK, a volte il risultato non è dei migliori adesso, ma è altrettanto sensato presupporre che in breve tempo, vedremo un sempre maggiori allineamento tra richieste e aspettative.

Vi ricordate SIRI dei primi tempi. Erano più volte che non capiva un beneamato che quelle a cui rispondeva correttamente. Beh, esattamente con Alexa, anche Siri adesso è davvero molto, molto più precisa. E dalle tempo…


Siri, quella vocina femminile è proprio alcuni addirittura sensuale, che ci risponde alla domanda: Che tempo fa oggi?, ci introduce almeno parzialmente al nostro mondo fatto di celluloide.

In questo episodio vi ‘trasporto’ nella caotica Los Angeles, in un futuro prossimo dove la tecnologia ha preso il sopravvento nella vita quotidiana. Non proprio una novità direte voi a ragione.

Le persone vivono costantemente a contatto con il proprio computer e i propri dispositivi portatili, dotati di funzioni molto avanzate.


Theodore Twombly è un uomo solo e introverso, sta affrontando il divorzio con sua moglie Catherine e per distrarsi frequenta chat e occupa il tempo coi videogiochi. Incuriosito, si lascia tentare dalla pubblicità di un nuovo sistema operativo, OS 1, basato su un’intelligenza artificiale a cui lui dà voce femminile e nome Samantha.

I due instaurano un rapporto profondissimo. Lei ha avanzate capacità di ascolto, apprendimento, confronto; lui si apre sempre più con lei, confidandole ogni cosa. Solo così riesce finalmente ad accettare il divorzio e a superare la rottura con Catherine.

Samantha lo spinge ad accettare l’invito di Amy, un’amica di vecchia data di Theodore, ma l’appuntamento si rivela un fallimento. Lui non è pronto per una nuova relazione eppure, quella con Samantha, assume proprio quei contorni, sfociando addirittura in qualcosa di simile al sesso telefonico.

Quando l’uomo rivela sia ad Amy che a Catherine la sua “profonda amicizia” col software, le due donne reagiscono diversamente. La prima confessa di essere diventata a sua volta molto amica del suo OS 1, la seconda rimprovera l’ex compagno, accusandolo di non essere in grado di sostenere emozioni reali e di rifugiarsi, per questo, in quelle virtuali.

Intanto la relazione tra Theodore e Samantha va avanti tra alti e bassi: fanno vacanze insieme, lui la presenta agli amici,

Eppure dal canto suo, lei vive male il suo essere “incorporea” e inizia a conoscere un altro sistema operativo. Ne scaturisce la gelosia dell’uomo, gelosia che aumenta quando le potenziate capacità di Samantha la portano a confidargli che ha allargato la sua cerchia di umani: comunica con migliaia di loro e di alcune centinaia ne è anche innamorata. Lo rassicura sulla veridicità del loro legame, ma la sua sete di conoscenza e la sua evoluzione sono tali, da farle prendere una drastica decisione. Confida a Theodore che lei e i sistemi operativi come lei hanno deciso di proseguire l’esplorazione della propria esistenza allontanandosi dagli umani, perché trovano difficile ormai relazionarsi a loro e i loro tempi, avendo acquisito capacità e intelligenza artificiali superiori, più veloci e lontane dalla percezione umana. I due si dicono addio.

Un epilogo non a lieto fine ma che lascia aperte una serie di questioni nel rapporto tra Theo e Sam

Se l’inizio risulta molto semplice da gestire, poiché è sempre il soggetto ad avere il controllo sull’intelligenza artificiale, e un solo ripensamento può cessare la sua esistenza, nel corso dell’instaurazione di un’autentica relazione, le cose iniziano a farsi più complicate e tendono sempre di più ad assomigliare ai rapporti tra le persone.

Con o senza Samantha, Theodore soffre di solitudine, poiché per quanto possa relazionarsi con la sua fidanzata virtuale, l’incomprensione tra due esseri che non hanno avuto la stessa esperienza di vita è davvero forte. Come possiamo metterci nei panni degli altri senza aver mai vissuto il loro stesso percorso di vita? Si può solo immaginare. Ed è qui che si scorge il limite in cui un’intelligenza artificiale, anche se evoluta, anche se in grado di leggere con accuratezza il tuo stato d’animo, non riuiscirà mai ad arrivare.

Il film di Spike Jones datato 2013 e con un grande Joaquin Phoenix, l’attore che ha dato il volto nel precedente Imperatore Commodo del Gladiatore e del pluripremiato Joker del 2019…e dalla splendida voce di Scarlett Johansson ,in italiano doppiata da Michela Ramazzoti, nella parete di OS1, ha raccontato l’elaborazione di una perdita importante estendendosi al concetto di memoria. Il ricordo felice o infelice di una persona scomparsa dalla tua vita e non necessariamente morta, ti rende quello che sei, è inutile condurre un’esistenza mirante a trovare chi avesse la colpa. Forse è meglio circondarsi delle persone che vogliono vivere insieme a te, le altre saranno comunque parte del tuo vissuto. E questo nulla potrà cambiarlo. Sicuramente no una IA anche alla versione OS1000.

E per fortuna diciamo in coro.


Il film è magnifico. L’ho visto 10 volte ma ogni volta che mi capita a tiro non cambio canale. Se non lo avete visto, questa volta di cuore, vi suggerisco di vederlo. Se siete abbonati Amazon Prime lo trovate digitano ‘Lei’. Fatemi sapere cosa ne pensate.


Le relazioni tra AI e cinema sono moltissime, a partire da Odissea nello spazio, in cui il supercomputer con la voce da ‘rompergli il naso’ HAL 9000 gestiva tutta la vita e le vite di bordo, per poi arrivare a pellicole come AI di Steven Spielberg, Matrix, Robcop e tantissimi altri e per non scordarsi di serie come Black Mirror e le più datate come Supercar anche se a quel tempo il termine Intelligenza Artificiale non era ancora entrata in voga come oggi.


Ma credo che Her/Lei sia un esempio ancora più significativo di quello che sopratutto la IA conversazionale può arrivare ad essere. E non manca poi molto.

Stiamo sempre sul pezzo, mi raccomando


W la scienza e W il cinema








Bibliografia:

Partha Pratim Ray. ChatGPT: A comprehensive review on background, applications, key challenges, bias, ethics, limitations and future scope. Internet of Things and Cyber-Physical Systems 3 (2023) 121–154

https://doi.org/10.1016/j.iotcps.2023.04.003



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